Scelgo in fiera, compro in libreria!
Non c'è da andare Fieri.
Dopo un anno di STOP riprende la fiera più discussa e meno amata dai librai romani (e dalle libraie ;)
Una fiera che incide sul lavoro e sui bilanci delle attività che subiscono in modo più massiccio l'avvento dei grandi “attori commerciali online” e che, in una città, costituiscono la parte economicamente più sana e necessaria. Quella che promuove il pensiero libero, lo scambio di opinioni, l'accesso alla discussione e alla crescita culturale: le librerie.
Nessun'altra città d'Italia permette che una FIERA MERCATO si faccia sotto natale, nessuna città vorrebbe danneggiare il suo tessuto culturale e creativo con un evento commerciale che discredita così il lavoro di chi, per tutto l'anno, mette passione e finanze nella promozione della buona letteratura: le librerie indipendenti, quelle di quartiere quelle che durante il lockdown si sono prestate a lavorare nonostante la situazione per far arrivare i libri nelle case di chi si ritrovava in quella assurda situazione.
Solo la nostra città , la nostra politica, lo permette. Solo Roma.
Questa fiera è l'unico grande evento “culturale” della capitale (e su questo si potrebbe aprire un dibattito sulla mancanza di un programma culturale in una città con più di 5 milioni di abitanti) si PAGA un biglietto per entrare, riceve aiuti regionali, ministeriali, privati e promuove la vendita diretta al pubblico da parte degli editori ( prima piccoli e medi.. ora praticamente tutti)
E' un evento COMMERCIALE prima di tutto e poi anche culturale e i numeri degli introiti degli editori durante i giorni dell'evento ne sono la prova.
I clienti delle librerie, i lettori, che giustamente non hanno l'obbligo di sapere tutto della catena editoriale ci vanno con grande entusiasmo. Un posto fantastico dove comprare i regali di natale, nel primo fine settimana dedicato alle compere. Spesso tornano in libreria a raccontare che bella esperienza è stata e quanti libri hanno preso.
Il danno e la beffa!
Purtroppo solo i librai rimangono inascoltati, nonostante siano state proposte diverse alternative tra cui:
- “Cambiare la data? il ponte del 2 novembre sarebbe stato perfetto.
- Fare entrare anche le librerie per dimostrare la differenza tra vendere quello che si produce e vendere quello che si seleziona, ma cambiare le date.
- mettere una tassa sulle vendite che torni alle librerie, in qualche forma
Nessuno ha neanche accettato di cominciare una conversazione con le librerie.
Per questo chiediamo, a chiunque abbia a cuore il tessuto culturale di Roma, la sopravvivenza delle librerie sul territorio, la possibilità di avere un programma culturale vario e disponibile gratuitamente e localmente ( proposto da tutte le attività che le librerie mettono in campo) di BOICOTTARE la fiera! Il che non significa non andarci o non approfittare del programma e degli incontri, ma di NON COMPRARE: andate in fiera, incontrate i vostri autori preferiti, parlate e conoscete tutti gli editori ed il loro lavoro, portatevi una matita ed il quaderno che vi regaleremo in libreria e segnatevi i titoli più belli.
Portate la lista in libreria, il libraio farà il suo lavoro, ordinerà i libri dall'editore e ve li farà avere sotto casa, incartati e pronti. Se avete preso qualche abbaglio vi aiuterà anche a spendere meglio i vostri soldi.
Gli editori guadagneranno lo stesso dalla vendita del libro, non sarà di nessun danno alle loro entrate e domani, sotto casa, avrete ancora una libreria aperta invece di un bar o un ristorante o una paninoteca.
Pensateci.
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